Storie di ordinario degrado
L’estate è arrivata, e come al solito, purtroppo, ci si imbatte in tutta una serie di arcinote situazioni di degrado. A sentir parlare la classe politica che fino a pochi mesi addietro ha amministrato il territorio sembra quasi di partecipare al festival delle illusioni. Ma la verità purtroppo è ben diversa.
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L’estate è arrivata, e come al solito, purtroppo, ci si imbatte in tutta una serie di arcinote situazioni di degrado. A sentir parlare la classe politica che fino a pochi mesi addietro ha amministrato il territorio sembra quasi di partecipare al festival delle illusioni. Ma la verità purtroppo è ben diversa.
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Non si è riusciti a porre in essere interventi di una semplicità estrema, non si sono compiuti piccoli atti d’amore verso il territorio. Andiamo con ordine e seguendo le segnalazioni dei lettori. Contrada Fabrizio. Passino i parcheggi disordinati, le doppie file, le strade intasate, ma non si può chiudere gli occhi dinnanzi le decine di discariche a cielo aperto sparse nella contrada. Proprio a pochi passi dal mare ecco comparire, dietro erbacce, materiale edile di risulta di ogni tipo. Decine di metri quadrati, non una cariolata buttata lì da qualche sporadico incivile. Spazzatura sotto il ponte Gennarito, buste abbandonate nei pressi del torrente Coriglianeto. Nei pressi del porto una cartolina che definisce il grado di attenzione verso Schiavonea negli ultimi anni. Il lungomare è praticamente impercorribile, per un manto stradale completamente dissestato. Situazione paradossale, visto i tanti interventi di questi anni. Asfalto che dura troppo poco. Sulla spiaggia poi, da mesi, vi è un lampione adagiato sulla spiaggia. Decine di segnalazioni, sin da quando era pericolante. Niente da fare, nessun intervento, menefreghismo assoluto. Ora il palo è sulla spiaggia, con i fili collegati e con la pericolosa parte tranciata di netto esposta pericolosamente. Si parla di Europa, di città protagonista della Calabria intera, di sviluppo sociale e morale sempre più prossimo. Ma poi andando in giro ecco lo scenario. Si è spesso parlato di videosorveglianza, dell’ottimo lavoro del corpo della Polizia Municipale, dell’attenzione verso i reati ambientali da parte dei vari corpi di polizia e della procura, ma purtroppo tutto questo impegno rappresenta un deterrente ma non basta. Il degrado chiama il degrado, spieghiamolo così, senza scomodare arcinote teorie sociologiche spesso usare a sproposito. Carte buttate a terra su lungomare, va bene colpa di gente incivile, ma soffermiamoci pure sui cestini tutti rotti, sfondati o sulle buste strapiene e non sostituite.