Dalle gradinate del San Vito alla Terra di Piero

di Cristiano Lifrieri 

<<Devo tutto alla curva Sud, al tifo per la mia squadra, avevo dodici anni quando andai la prima volta allo stadio, la passione per il calcio mi ha preso dai capelli e mi ha salvato la vita; fu li che conobbi quello che sarebbe diventato un mio amico ed un modello da inseguire: Piero Romeo>>, recita cosi in un intervista Sergio Crocco, presidente, nonché uno dei padri fondatori dell’associazione no-profit “La Terra di Piero” che prende il nome proprio dall’uomo solidale ancor prima che storico ultras del Cosenza Calcio, morto a solo cinquant’anni, Piero Romeo. 

di Cristiano Lifrieri 

<<Devo tutto alla curva Sud, al tifo per la mia squadra, avevo dodici anni quando andai la prima volta allo stadio, la passione per il calcio mi ha preso dai capelli e mi ha salvato la vita; fu li che conobbi quello che sarebbe diventato un mio amico ed un modello da inseguire: Piero Romeo>>, recita cosi in un intervista Sergio Crocco, presidente, nonché uno dei padri fondatori dell’associazione no-profit “La Terra di Piero” che prende il nome proprio dall’uomo solidale ancor prima che storico ultras del Cosenza Calcio, morto a solo cinquant’anni, Piero Romeo. 

                                        

L’associazione nasce nel marzo 2011 appena un mese dopo la scomparsa di Piero, mutuando sin da subito gli obiettivi e la filosofia dello stesso ultras cosentino prematuramente scomparso, ovvero quello di aiutare il prossimo, gli indifesi, gli ultimi. Qualche mese prima, Sergio e Piero, in compagnia dell’ormai noto Padre Fedele già all’epoca missionario in Africa, fecero un viaggio nella Repubblica centrafricana, fu proprio da quel viaggio che Sergio, una volta creata l’associazione, decise di investire le proprie forze fisiche e le donazioni dei propri concittadini per la costruzione di un pozzo nel territorio di Paoua, contribuendo inoltre, alla costruzione di due asili. Nel 2014 l’associazione realizza un asilo in Madagascar compreso di mensa e di una scuola di cucito per rendere la stessa opera auto sostenibile. La Terra di Piero cresce sempre di più, persino personaggi del grande schermo ne iniziano a parlare, Nicola Savino noto radiofonico e conduttore televisivo, si reca a Cosenza anticipando la consegna del Parco “Piero Romeo” alla città, il parco inclusivo più grande d’Italia, capace di permettere ad ogni bambino, disabile e non, di poter giocare senza alcun tipo di barriere, situato tra l’altro in pieno centro; Brunori Sas cantautore di origini cosentine ne dedica addirittura una parte nella sua prima puntata “Brunori Sa” andata in onda su Rai Tre. Nel frattempo altri pozzi costruiti, mentre nel 2015 è stato avviato in Tanzania il progetto “Pomoja – Insieme per la Tanzania”, che ha visto l’invio di un container con generi alimentari, medicinali e giochi distribuiti in alcuni orfanotrofi oltre che la costruzione, nel 2017 di una scuola primaria, con una delle tre aule dedicata a Gigi Marulla. “Canaletta” – cosi viene denominato affettuosamente il Presidente dell’Associazione Sergio Crocco data la sua statura – e l’associazione tutta, non dona dunque solo opere materiali al prossimo, bensì sorrisi; perché proprio come sosteneva Piero Romeo quando spesso si soffermava fino a tardi a parlare con i poveri della Oasi Francescana guidata da Padre Fedele: “ Qui la gente non ha bisogno di cibo, bensì di parlare”. Se a Cosenza la Terra di Piero diventa un’istituzione, in Calabria è motivo d’orgoglio, di fierezza, proprio ad indicare che nonostante le svariate problematiche esistenti in un terra abbandonata da tutti, la Calabria, quella vera, riesce ancora a discernere che c’è gente ancora più sofferente. In conclusione. Sentiamo sempre più frequentemente parlare di violenze negli stadi, scontri tra ultras, con successive reazioni populiste dei non addetti ai lavori, della serie: “Chiudiamo gli stadi”; o “Fermate il calcio”; ovviamente noi ci discostiamo dagli episodi di violenza; ma dalla Terra di Piero abbiamo capito di come, anche sulle gradinate di uno stadio di calcio ed in particolare in curva, possiamo trovare esempi di persone sane, oneste, generose, emancipate e nel loro “piccolo” rivoluzionari come Sergio Crocco, che quasi sicuramente, come molti cosentini, è convinto che in chissà quale altro posto, Piero Romeo, oltre che a festeggiare ad ogni goal del suo Cosenza, è sempre li, in prima linea ad aiutare chi ne ha bisogno.