Una grande città poco sicura, altro che post
(scatto di Alessio Nigro)
DI MATTEO MONTE
I social sono stati determinanti per evidenti progressi di diverso genere anche culturale, ma impossibile nascondere il rovescio della medaglia. Polemiche, accuse false, perfino difese false. In queste piazze virtuali accade di tutto. Ci si imbatte quotidianamente in commenti, post, e tanto altro che di utile hanno davvero ben poco. Così come si riesce a scorgere pure qualche frase sensata ed interessante. Ma non ci piace ergerci a professori o dare giudizi, anzi, molto spesso su queste colonne, ci sforziamo di raccontare i fatti nel modo più obbiettivo possibile. Tiene banco in questi giorni la vicenda riguardante le accuse rivolte al sindaco Stasi. Solidarietà da più parti, gesti, o meglio scritti da condannare quelli rivolti al primo cittadino, ma stando a quanto accade quotidianamente in questo territorio occorrerebbe soffermarsi su ben altre importanti criticità. Nella terza città della Calabria, entità ancora mal digerita da centinaia di persone che ogni giorno brigano per una nuova divisione con un ritorno alle origini, si vivono vere e proprie emergenze sociali. D’accordo, il post ricevuto dal sindaco è certamente offensivo, ma qui si assiste giornalmente ad incendi di autovetture, spaccio di droga, prostituzione, furti in appartamenti, quasi fossimo in una metropoli e di quelle mal controllate. Sarà pure una questione di gerarchie poco chiare, e nell’ultimo periodo non sono mancate le classiche scosse di assestamento criminale con tanto di sparizioni e sangue versato, ma per dirla terra terra, il fatto è serio. Per non parlare poi, andando più nella purtroppo sempre più banale quotidianità diffusa, dell’uso in vertiginoso aumento che fanno i minorenni di droghe ed alcol. Le forze dell’ordine sono sotto dimensionate, il territorio è vasto, ma occorre aumentare le sinergie istituzionali e fare di più. Alzi la mano chi non ha mai sentito parlare di spacciatori di droga giovanissimi, chi non si è mai imbattuto in qualcuno intento a cercare di piazzare refurtiva di vario genere, e tanto altro ancora. E l’età media dei ragazzi coinvolti è sempre più bassa. Senza scadere nelle frasi fatte, senza chiamare in ballo genitori ed insegnati, crediamo che un contatto più frequente con la realtà e meno social aiuterebbe ad affrontare meglio le varie criticità reali. Globalizzazione, termine che, a conti fatti, ci regala un futuro pieno zeppo di preoccupanti incognite.