Il calcio al tempo del COVID-19: tra allarmismo giustificato e poca voglia di assumersi responsabilità.
di CESARE MINGRONE
di CESARE MINGRONE
Ormai è ufficiale: in Italia il COVID-19, meglio conosciuto come il famigerato Corona Virus, è un problema serissimo. Purtroppo non ci si riferisce al noto striscione esposto dei tifosi del Catanzaro per lodare le gesta di un Giorgio Corona che con i suoi gol faceva gioire i tifosi giallorossi, ma di una malattia virale che sta letteralmente terrorizzando l’intero stivale. Il Paese, da quello che si intuisce, non è pronto a fronteggiare un’emergenza simile. Le strutture mediche sono già praticamente al collasso nelle cosiddette “Zone Rosse” delle Regioni di un Nord all’avanguardia, mentre solo ad immaginare cosa potrebbe succedere nel bistrattato ed abbandonato Sud sarebbe sufficiente per far accapponare la pelle.E così ecco le misure drastiche. Tutto bloccato. Le massime autorità dello Governo hanno proclamato lo stato di allerta in tutta la penisola, con l’invito a ridurre al minimo la vita sociale per evitare il proliferare di questo batterio che metterebbe seriamente a repentaglio la vita delle persone più deboli e non solo.La situazione è seria ma a quanto pare c’è ancora qualcuno che non riesce a prendersi delle responsabilità.Le autorità del calcio, nazionali ed internazionali, non riescono proprio ad assumere una decisione unanime. Le voci che si susseguono sono tante, ma di ufficiale c’è solo la sospensione di tutti i campionati dilettantistici, dalla serie D a scendere per intenderci, fino al 3 aprile, cioè giusto in tempo per poter riprendere con il calcio giocato nel weekend di sabato 4 e domenica 5 (speriamo!!!).Nelle serie più nobili sta succedendo di tutto: in A giornate andate in scena a singhiozzo a durate addirittura 15 giorni (assurdo) in quanto prima autorizzate a porte chiuse, poi rinviate ed in fine giocate dopo una settimana sempre senza pubblico.Il punto più basso si è toccato in Parma – Spal, con le squadre pronte a scendere in campo e richiamate negli spogliatoi dopo l’intervento dell’Asso Calciatori, per poi essere autorizzate quasi un’ora dopo. La giornata è proseguita come da programma, ma praticamente c’è già la pronuncia da parte dal Coni (anticipata la FIGC) che avrebbe sospeso tutte le attività sportive sempre fino al 3 aprile. Il condizionale è d’obbligo in quanto il comunicato precisa che <viene richiesto al Governo di emanare un DPCM che possa superare quello in corso di validità>>. Quello attualmente in vigore, infatti, prevede solo l’assenza del pubblico.Ma non finisce qui. L’Uefa, per il momento, non ha disposto alcuno stop e quindi in Europa si gioca.Champions ed Europa League andranno avanti, così come è proseguito senza soste il campionato di serie B, noncuranti delle denunce del Pescara, sceso in campo a Benevento con le mascherine, e del rifiuto di 2 calciatori del Cosenza di partire con la squadra alla volta di Verona.Insomma, la paura c’è, la tensione è tanta ma nessuno voleva prendersi la responsabilità di fermare tutto. Come recitavano i Queen: “Show must go on”.Questa volta però le cose sono più serie del solito e, almeno in Italia, la sospensione ci sarà per ogni attività sportiva.Citando il compianto Maurizio Mosca quando lodava le gesta di Del Piero: “Ahhhhh come vorrei che il Corona Virus fosse rimasto solo uno striscione ad inneggiare Giorgio Corona”. Senza sport sarà dura, ma la salute viene prima di ogni altra cosa.