E’ bufera nelle carceri di tutta Italia. La protesta dei figli di nessuno.

0

DI CRISTIANO LIFRIERI 

DI CRISTIANO LIFRIERI 

 

Non si fermano i disordini nelle carceri che vanno da Nord a Sud. A Foggia si cercano ancora 23 detenuti evasi ieri, tra cui anche un ex omicida ed alcuni uomini appartenenti alla criminalità organizzata garganica; la situazione non è migliore a Rieti dove tre detenuti sono morti per aver assunto alcuni farmaci trafugati durante i disordini dall’infermeria. A Modena il numero invece è salito a nove decessi. A Palermo, un gruppo di detenuti si è impossessato di un intero piano detentivo; a Milano invece all’incirca trenta prigionieri sono saliti sul tetto nell’intento di protestare. E’ bufera dunque tra le penitenziarie di tutta Italia a seguito della sospensione dei colloqui con l’esterno, per far fronte all’emergenza del Virus COVID-19. Corona Virus però è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. In questi casi è facile unirsi al grido popolano del: “Ma cosa pretendono?” o ancora peggio del “Ma buttate via le chiavi”. E’ bene precisare però che la situazione delle carceri italiani è tra le peggiori al mondo, spesso i detenuti sono costretti a vivere in uno spazio all’incirca di 3mq, talune volte privi di acqua calda ed in uno stato igienico-sanitario imbarazzante. La nostra nazione, più volte richiamata dalla corte Europea dei diritti umani di Strasburgo, a causa del sovraffollamento nelle case circondariali, in tutti questi anni non ha mai varato una riforma al fine di tutelare i diritti dei detenuti, ne tanto meno investito capitali in luoghi che, ci teniamo a ricordarlo, secondo la nostra Carta Costituzionale dovrebbero essere rieducativi, dove le pene, recita l’ART 27, non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità. La protesta dei detenuti nei carceri di quasi tutta Italia dunque, seppur eccessiva, non può essere ignorata, quello che la nostra amata nazione sta vivendo è sicuramente uno dei peggior periodi della storia della sua Repubblica e in uno stato di diritti, c’è bisogno del sacrificio del cittadino in primis, ma della vicinanza da parte delle istituzioni, anche in quei luoghi abbandonati ed isolati dal resto della popolazione.   

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *