Una quarantena, tante storie

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foto di A. Luzzi 

Articolo di MATTEO MONTE 

foto di A. Luzzi 

Articolo di MATTEO MONTE 

Guanti, mascherina, e via a fare la spesa. Elenco in mano, controllata al portafoglio  e via per una fugace autorizzata ed indispensabile evasione. La situazione appare tutto sommato sotto controllo. Poca gente in giro, le auto circolano, ma raro vedere due persone nello stesso veicolo. Ci si rifornisce, con ordine, aspettando il proprio turno fuori dai vari negozi. I controlli sono serrati, encomiabile lo sforzo delle autorità preposte. Qualcuno passeggia, abusando un po’, ma tutto sommato sono pochi i casi limite o da condannare. Anche se non è così impossibile, specie nelle prime ore del pomeriggio, vedere ragazzini in bicicletta impennare allegramente e camminare il gruppo. Aumenta la preoccupazione per i costi di questa quarantena. Poche le attività in moto,  tanta la gente rinchiusa in casa. La piccola pesca è in ginocchio. Così come gli operai, le tante persone che vivono, o meglio, vivevano alla giornata, adattandosi con svariate mansioni. Un periodo particolare, con tanta ansia e preoccupazioni.  Qualche sensazione la riusciamo a raccogliere, anche a più di un metro di distanza. Franco, pescatore:« Abbiamo paura, c’è tensione ma al tempo stesso la voglia di riprendere la vita di tutti i giorni. Non siamo una categoria tutelata, è cosi da sempre, ma con il sacrificio finora siamo riusciti a dare una vita decorosa alle nostre famiglie. Ma questa situazione ci sta mettendo davvero in ginocchio. Speriamo in aiuti, qualcosa per consentirci di stare tranquilli in questa fase. Ma la speranza è quella di uscirne indenni e di riprendere ad andare per mare. Questo sappiamo fare e questo vorremmo continuare a fare».  Una mamma preoccupata :«Stiamo vivendo una guerra inaspettata. Che ha bloccato le nostre vite e quelle dei nostri figli. Ho un figlio a scuola ed un altro all’università, non potete capire che situazione. C’è paura per la salute, ma anche nervosismo per il percorso di studi bruscamente interrotto. In famiglia facciamo moltissimi sacrifici per garantire un’istruzione superiore ai nostri ragazzi ma ora purtroppo non vediamo nessuna prospettiva a breve termine. Speriamo che l’emergenza passi e che si possa ritornare ognuno alle proprie abitudini ed ai propri impegni, che siamo scolastici e lavorativi». E poi ci sarebbero tante storie di ordinaria solidarietà, tutte da raccontare. Rapporti di vicinato veri, con anziani praticamente adottati da famiglie più giovani, ragazzi che vanno a fare la spesa a chi ha più bisogno, gente che prepara pizze e dolci per poi distribuirli ai vicini oltre che ai propri familiari. Il tutto senza eccessi, baldoria e contatti ravvicinati pericolosi. Comportamenti anni luce lontani dalla vanità da social, tanto in voga in questo momento. Comportamenti veri, non messaggi vocali o like

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