I sabato pomeriggio con gli amici degli amici (nel senso buono del termine)
Eravamo 4 amici…sulle tribune…non al bar!
Articolo di CESARE MINGRONE
Eravamo 4 amici…sulle tribune…non al bar!
Articolo di CESARE MINGRONE
Ormai da più di un mese tutto non è più come prima, le giornate si trascorrono in casa, nessuna passeggiata, zero corsette, di partita di calcio manco a parlarne. Sembrerebbero abitudini facili a cui rinunciare ma in realtà così non è. E’ vero, la sofferenza è tutt’altra cosa, specie se si pensa a cosa succede nelle zone più colpite dal Covid-19, ma nel nostro piccolo a mancare iniziano ad essere anche le cose più genuine e semplici.Nei fine settimana pesa il non poter andare in giro per il circondario alla ricerca di una partita di pallone da seguire. La primavera è ormai arrivata, le giornate sono molto più lunghe ed il non ritrovarsi il sabato e la domenica su qualche tribuna della provincia di Cosenza, o meglio della Calabria, inizia ad angosciare.Come diceva qualcuno “ a romin’ca è du pallon” (la domenica è dedicata al calcio), ma io aggiungerei anche il sabato. Ed allora flash back a quelli che sono stati i sabato pomeriggio dell’anno scorso. Posto fisso sulla tribuna del “Tonino Sosto” per seguire la cavalcata dei Rangers. Immancabile il sigaro fumato nervosamente da Antonio Ruffo, il conteggio dei caffè di Vincenzo Gallo, a rimarcare come gli avversari perdessero tempo, le riprese delle gesta di Cucuzza (siciliano di Calabria) e soci. Sugli spalti, però, ad iniziare era un’altra partita, quella che vedeva entrare in scena il duo Aldo Alfano, che a dire del direttore Matteo Monte pare essere stato il piede sinistro più potente della storia del calcio calabrese, e Rino Algieri. Un vero e proprio show di racconti e battute che facevano addirittura passare in secondo piano la partita stessa.Ecco, è questo proprio quello che manca: le giornate passate all’aria aperta in compagnia anche degli amici degli amici, persone incontrate e conosciute proprio nei luoghi che più ci piace frequentare.
In foto Vincenzo Gallo ed Alberto Cucuzza