Accoglienza ed Integrazione. Entriamo nel mondo della PGS attraverso l’intervista all’allenatore Spina.
In foto Salvatore Spina
Articolo di Cristiano Lifrieri
In foto Salvatore Spina
Articolo di Cristiano Lifrieri
«A nove anni ho fatto un sogno. Mi pareva di essere vicino a casa, in un cortile molto vasto, dove si divertiva una gran quantità di ragazzi. Alcuni ridevano, altri giocavano, non pochi bestemmiavano. Al sentire le bestemmie mi slanciai in mezzo a loro. Cercai di farli tacere usando pugni e parole. In quel momento apparve un uomo maestoso, vestito nobilmente. Un manto bianco gli copriva tutta la persona. La sua faccia era così luminosa che non riuscivo a fissarla. Egli mi chiamò per nome e mi ordinò di mettermi a capo di quei ragazzi. Aggiunse: «Dovrai farteli amici non con le percosse, ma con la mansuetudine e la carità». E’ la frase più celebrativa e che più identifica la figura di Don Bosco, guida spirituale degli oratori salesiani. Un luogo mirato alla crescita educativa dei ragazzi, alle aggregazioni sociali senza distinzione di sesso, razza, colore o quant’altro. Tra essi, l’oratorio salesiano di Corigliano è un luogo che ormai da anni abbraccia centinaia di ragazzi diventando un vero e proprio punto di riferimento in città. All’interno della comunità una squadra di calcio, con diverse categorie, regolarmente iscritta ai campionati FIGC. A farci raccontare la propria esperienza all’interno della ormai nota “PGS”, l’allenatore-educatore della categoria esordienti Salvatore Spina, al quale abbiamo posto alcune domande. Al primo anno nella Polisportiva Giovanile Salesiana, ci racconti le sue sensazioni e soprattutto ci parli della categoria degli esordienti? Per me è stata un’esperienza completamente nuova, in passato ho giocato in diverse squadra dilettantistiche, ma allenare giovani ragazzi è qualcosa di diverso, sicuramente più soddisfacente. Su questo mi hanno aiutato molto i miei collaboratori, nonché colleghi, Antonio De Gaetano e Giovanni Merli. Insieme a loro mi occupo, prima ancora di provare a far emergere il talento del ragazzo, di una crescita educativa del gruppo. Nello specifico sulla mia categoria, ovvero gli esordienti, parliamo di ragazzi che affrontano il passaggio dal cosi detto campo piccolo a quello grande, con spazi dunque completamente differenti da quelli che erano abituati, iniziando cosi a vedere il calcio come un vero sport di squadra, dove solo con un impegno collettivo si possono raggiungere i risultati. Si può ritenere soddisfatto della prima stagione trascorsa, seppur condizionata dal blocco dovuto all’emergenza Covid-19 e cosa ne pensi del calcio moderno? Tutto sommato siamo soddisfatti dei risultati ottenuti, tanto sotto il profilo disciplinare dei ragazzi quanto per i risultati in campo, sono convinto che con questa base il prossimo anno riusciremo a toglierci diverse soddisfazioni. Sul calcio moderno invece credo che rispetto a quello degli anni 90 ed inizio 00, ci siamo trovati davanti ad una rivoluzione significativa. Personalmente, sono un nostalgico e dunque mi rammarica che questi ragazzi non possano crescere con esempi come Maldini, Zanetti, Del Piero o Roberto Baggio i quali prima di essere veri campioni in campo hanno dimostrato di essere grandi uomini nella vita. In conclusione ha dei ringraziamenti particolari da fare? Ovviamente ai miei ragazzi, cui sono legato particolarmente ma non posso non ringraziare l’intero staff dirigenziale della PGS ed in particolare lo staff tecnico, con loro devo ammettere che si è creato un rapporto di fiducia e soprattutto familiare