Dove vissi bambino, in ogni casa c’era una vecchietta. Le ricordo tutte, nel volto e nell’abito: capelli bianchi raccolti e veste scura lunga. Non uscivano mai: nei mesi freddi attorno al braciere, d’estate sull’uscio, a gustare la carezza del sole. La loro parola era storia e tradizione, ammonimento e futuro.
Sono andate via quelle buone vecchiette e con esse tutto un mondo, fatto di piccole cose e di grandi virtù.
E così non c’è più chi faccia lo sciroppo per la tosse, le caramelle di zucchero, l’impasto per i geloni. Né c’è chi sappia raccontare una “fravula”, disegnando foreste e castelli incantati.

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