L’emergenza continua. Ordine pubblico, questo sconcosciuto. A Schiavonea si sta vivendo una situazione per certi versi insolita. Una sorta di coprifuoco in piena regola, questa volta però il covid non c’entra. Se durante la pandemia a tenere in casa la gente era Conte ed i suoi messaggi a reti unificate, questa volta a non fare uscire da casa è la paura che si sta diffondendo. Perdonateci la battuta, scritta un po’ per stemperare gli animi, ma purtroppo c’è ben poco da scherzare. Le scene che si registrano di sera e di notte a Schiavonea sono veri e propri pugni nello stomaco. I senza tetto , i vagabondi, ormai sono parte integrante anche del piccolo centro marinaro. Non sono più scene da classica metropoli del nord, anche a Schiavonea c’è chi vive per strada, tra stenti ed elemosina. Gente che magari cerca un po’ di riparo tra i portici dell’oratorio o sotto qualche balcone. In questi casi non manca, come accade fortunatamente molto spesso, la solidarietà dei residenti. Coperte, giacconi, guanti, qualche pasto caldo per cercare di combattere difficoltà e solitudine. Ma purtroppo dobbiamo registrare anche tanti episodi di violenza e vandalismo. Ed il razzismo lasciamolo da parte, ma raccontiamo freddamente quanto accade. Gruppetti di cittadini extracomunitari, da diverse settimane, mettono a repentaglio la serenità dei residenti. Insulti, gesti osceni, anche pietre e bottiglie lanciate alle auto di passaggio senza un motivo. Il tutto nelle ore serali ed in zone centralissime della frazione marinara. Problemi per chi circola a piedi, sicurezza precaria anche nei pressi della guardia medica cittadina, diverse ormai le zone da evitare. E sui social, oltre a numerose segnalazioni, alcune anche molto dettagliate e preoccupanti, è partita la polemica riguardante l’immigrazione e la gestione dei fondi destinati all’accoglienza.I dati storici ed i paragoni. Inutile accostare i marinari emigrati in Germania a questa ennesima ondata incontrollata di extracomunitari. Tempi diversi, contesti differenti, una storia, soprattuto quella dei tanti coriglianesi emigrati, fatta di rispetto delle regole, sacrificio e sofferenza. Altra polemica riguarda il silenzio della politica. Qualche comunicato, qualche richiesta del solito tavolo di concertazione, ma poi, è innegabile, per la politica di casa nostra in questo momento è più importante forse programmare per le prossime amministrative. La paura può attendere, la corsa alla poltrona no.