Attimi di paura a Schiavonea
Via delle Orchidee, siamo nei pressi dell’Oratorio San Leonardo, intorno alle ore tredici e trenta. Alcuni ragazzini, tornando da scuola notano un cittadino extracomunitario a terra inerme proprio sui gradini dell’oratorio. Arrivano prontamente sia un’autombulanza che una pattuglia di carabinieri ma le prime scene mettono e non poco in apprensione i presenti. Nonostante l’acqua buttata addosso e le prime cure non si notano sull’uomo segnali di ripresa. Dopo qualche minuto però ecco tornare a reagire lo stesso, tra gli sguardi certamente più tranquilli degli intervenuti. Una scena particolarmente struggente, con il lieto fine, ma che di certo porta a riflessioni. Continua ad aumentare, in modo spropositato, il numero degli sfortunati che vivono per strada, abbruttiti dagli stenti e dalle basse temperature. Non manca, come abbiamo già spesso riportato su queste pagine, gli esempi di appassionata e sincera solidarietà, ma occorre una maggiore attenzione degli organi preposti. Assistiamo quotidianamente a doni e regali, tra pasti caldi ed indumenti, spesso silenziosi benefattori lasciano sul sagrato della Chiesa beni di prima necessità, felpe, coperte, maglie di lana, guanti e cappelli, ma ci vorrebbe di certo una maggiore coesione. Esempio lampante, quello della sfiorata tragedia del ponte Coriglianeto. Sotto la struttura, infatti, persistono da molto tempo delle tende di fortuna, abitate da clochard. Solo per qualche centimetro e per un po’ di fortuna l’altra notte l’acqua del torrente ingrossato non ha sorpreso l’accampamento di fortuna. Situazioni che non vorremmo mai più raccontare. Solitudine, stenti, sfruttamenti, sensazioni che in questo mese di festa ed affetto, stridono ancor di più.