In una stagione passata, lontana, a me sembra, decenni, fui segretario di un partito, consigliere comunale ed amministratore di un ente. Di allora ricordo tutto o quasi, il lavoro, la fatica, le gratificazioni e le non poche delusioni.
L’esempio familiare, lo studio, le amicizie, mi avevano fornito buoni strumenti di lavoro, che quotidianamente affinavo e mi consentivano di leggere le carte e la realtà. Ciò che, però, mi dava come una piccola marcia in più era una certa propensione all’ascolto, qualcosa – ritenevo – indispensabile sul piano politico ed amministrativo.
Dall’ascolto imparai molto e dall’ascolto mi vennero anche i consensi.