Schiavonea ha due volti, ci verrebbe da dire che viaggia su due universi paralleli. Da una parte vi è una marina ben tenuta, sicura, mai come in questo periodo funzionale ed accogliente. Questo è quello che si vuol far credere con una quasi puerile, campagna elettorale partita con troppo anticipo. Dall’altra ecco la Schiavonea vera, quella che si scorge non nei selfie o nelle parate, quella di tutti i giorni. Tombini che sbuffano acqua sporca, discariche in più punti, certo un film già visto, ma di miglioramenti nemmeno l’ombra. Proprio di fianco il Coriglianeto, luogo nel quale sono state scattate ultimamente diverse foto, su tutte una con il primo cittadino, rigorosamente in solitario, intento a controllare lo stato dei lavori, vi sono vere e proprie discariche a cielo aperto. Ma se si guarda verso l’obbiettivo del fotografo e non all’ambiente alcune cose giustamente non si notano. Non stiamo parlando delle buste della spazzatura che si trovano purtroppo in tanti angoli della così amata Schiavonea, ma di raccolte di ogni tipo di rifiuto lunghe decine di metri. Bombe ecologiche a tutti gli effetti, con materiali fortemente inquinanti, il tutto a pochi passi dalla già martoriata spiaggia marinara. Batterie in disuso, resti di vernici, lastroni di eternit, praticamente una raccolta del peggio. Lasciamo da parte, in questa occasione il capitolo sicurezza, tra i campi nomadi, i lidi occupati, le risse nelle zone più centrali della città e tanto altro ancora. Rimaniamo semplicemente, e con doverosa obiettività, ai fatti della zona in questione, quelli veri, constatati con foto scattate sul posto e sempre recentissime. Certamente Schiavonea è una località vasta, difficile, con tante ataviche criticità, ma è anche un posto che ricorda bene ogni parola, che non dimentica, che anche elettoralmente ha sempre avuto un grandissimo peso. Gente che ragiona e con uno spiccato senso di appartenenza. Sarebbe molto meglio quindi evitare imbarazzanti e maldestri tentativi di strumentalizzazioni.
